Esattamente come per il diritto di uso, il diritto di abitazione differisce da quello di usufrutto in termini quantitativi: è il più “limitato” dei tre diritti reali di godimento.
Infatti, l’oggetto del diritto di abitazione deve essere una casa che può essere abitata, dal titolare del diritto, limitatamente ai suoi bisogni e a quelli della sua famiglia.
Anche il diritto di abitazione, come il diritto di uso, è personale: il titolare di tale diritto deve goderne personalmente e direttamente.
Spesso il diritto di abitazione viene riconosciuto, sulla casa coniugale, al coniuge cui vengono affidati i figli in sede di separazione o divorzio.
Ancora si riconosce il diritto di abitazione sulla casa coniugale quando uno dei coniugi muore: il coniuge superstite acquista il diritto di abitare la residenza coniugale al momento dell’apertura della successione e questo diritto dura finché egli rimane in vita. (altro…)